Ho conosciuto qualche tempo fa a Nove di Marostica, un signore di età avanzata, che ha passato la vita come decoratore ceramista nelle fabbriche di Nove. Si definisce ancora oggi un operaio, pur essendo forse il miglior decoratore ceramista del circondario, ad ogni diritto un vero artista.
Sa dipingere un "non ti scordar di me" in piedi su un foglio di carta con l'acquerello in 10 secondi, con la stessa naturalezza con cui un barista prepara un caffè o un panettiere sforna il suo pane. Quando mi ha passato il foglio appena dipinto, si sentiva quasi il profumo del campo da cui il non-ti-scordar-di-me era stato preso. Sono stato a trovarlo a casa sua con mia moglie, cercavamo un regalo per un amico. Ha una casa piena di opere sue accumulate dopo la pensione, ce le ha mostrate con grande entusiasmo e cortesia ma non ce ne ha voluto vendere nessuna. Quando gli chiedevo un prezzo, la domanda cadeva come nel vuoto, mi guardava coi suoi occhi puliti e riprendeva a parlarmi di altre cose. Nelle poche volte che siamo stati a trovarlo ci ha offerto sempre del prosecco e dei cioccolatini per i nostri bimbi, certamente c'era in lui una ricerca lontana e non aveva alcuna pretesa di insegnare.
Ho capito molte cose. Il vero lavoro è una espressione autentica di sé, il cui risultato è il frutto più bello che possiamo gustare. E la ricerca del bello e del semplice non è mai veramente finita, tuttavia ci è data la possibilità di avvicinarci grandemente se avremo persistenza e umiltà. In questo senso siamo tutti operai della nostra piccola fabbrica. E se saremo stati bravi abbastanza, alla fine dei nostri giorni avremo creato beni di valore per gli altri, che però non avranno prezzo per noi.